LE MAPPE
Preparo le mappe tramite il programma Cartes Du Ciel.
Creo una Mappa Telrad: la mappa rappresenta il cielo ad occhio nudo con i cerchi Telrad per il puntamento dell’oggetto. Mediamente preparo la mappe con un magnitudine limite pari a 5.5.
Creo una Mappa Cercatore: la mappa rappresenta il campo inquadrato nel mio cercatore 8x50 nello stesso punto della mappa precedente, sottosopra. Qui la magnitudine limite è impostata intorno alla 8.
Creo una Mappa StarHopping: se necessario, creo una mappa con il percorso di StarHopping partendo dal punto di Telrad.
Creo una Mappa Oculare Cercatore: la mappa rappresenta il campo inquadrato nel mio oculare plossl 32mm che utilizzo come Oculare Cercatore.
Creo delle Mappe Oculari: se necessarie genero delle mappe che rappresentano il campo inquadrato con diversi oculari, ad esempio se la nebulosa è molto elusiva.
IL PUNTAMENTO
Se devo puntare delle Nebulose di tipo dalla 2 alla 6 (apparenza circolare ecc) o di debole luminosità:
Punto l’oggetto tramite le mappe Telrad e Cercatore. Nel telescopio è presente l’oculare cercatore con il quale cerco di riconoscere il campo della nebulosa. Tengo pronto l’oculare Hyprion24mm con montato il filtro O-III. Questo mi permette, riconosciuto il campo, di cambiare oculare e visualizzare al meglio la nebulosa.
Se devo puntare delle Nebulose di tipo 1 (apparenza stellare):
Punto l’oggetto tramite le mappe Telrad e Cercatore Nel telescopio è presente l’oculare cercatore con il quale cerco di riconoscere il campo della nebulosa. Una volta certo di aver inquadrato il campo utilizzo la tecnica di Blinking Interpongo tra occhio e oculare il filtro O-III mettendolo e levandolo di continuo. Questo farà apparire e scomparire le stelle e farà “lampeggiare” la nebulosa planetaria che accendendosi e spegnendosi mi rivelerà la sua presenza. Memorizzato il campo da osservare, monto il filtro direttamente sull’oculare (e sugli altri in sequenza) per continuare l’osservazione.
OSSERVARE
Eseguo l’osservazione in questa scaletta sistematica. La prima cosa che faccio è identificare i Punti Cardinali che mi serviranno come indicazione nella fase successiva, la Descrizione dell’oggetto.
Per identificare i Punti Cardinali, pongo una stella evidente al centro del campo, cercando di rimanere il più possibile vicino all’oggetto, a volte uso lo stesso oggetto. Non compenso la rotazione terrestre e aspetto che la stella esca fuori dal campo oculare: quel punto sarà l’Ovest. Successivamente a 90° in senso antiorario troverò il Nord. Nel mio caso specifico perché utilizzo un telescopio Newton e quindi con un numero pari di riflessioni.
Osservo l’oggetto con i diversi oculari e quindi a diversi ingrandimenti. Per ogni oculare procedo con questa scaletta:
-In luce Bianca (senza alcun filtro)
-Con filtro O-III
-Con filtro UHC-S
Di volta in volta vado a descrivere nel foglio di report quello che vedo e le eventuali differenze. Solo alla fine, scelto il miglior ingrandimento e la migliore reazione ai filtri, continuo l’osservazione con la combinazione scelta.
Come usare la vista. Ognuno ha il suo metodo e rimane un discorso molto soggettivo, io faccio così: Osservo l’oggetto in Visione Diretta e memorizzo con calma la morfologia Osservo l’oggetto in Visione Distolta e memorizzo con calma la morfologia, muovo l’occhio in diversi punti del campo oculare, cercando di cogliere differenze nella visione.
Dopo un poco di adattamento dell’occhio all’oggetto in esame, ricomincio con la visione Diretta e Distolta ma adesso cerco di tener fermo l’occhio e di sforzarmi di cogliere più definizione dell’immagine possibile.
E’ difficile da spiegare a parole, quando si osserva in Distolta e si cerca di memorizzare la visione, bisogna trattenersi dalla tendenza naturale di sposare l’occhio e osservare in visione diretta. E’ una tendenza naturale a cui bisogna sopperire con l’allenamento. In pratica bisogna allenare il cervello a lavorare sulla vista periferica dell’occhio. Per una completa e dettagliata descrizione della Vista e del funzionamento dell’Occhio consiglio letture più approfondite, ma cercherò di semplificare qui il discorso relativamente all’osservazione telescopica di oggetti deboli.
L’allenamento deve essere fatto ,oltre che al telescopio naturalmente, anche nella vita comune. Durante il giorno centro l’occhio su un punto mediamente distante e pongo attenzione ad un oggetto che cade nella mia zona periferica dell’occhio. Fatto questo mi concentro nel cercare di trovare dettagli nell’oggetto che osservo in distolta. Inizialmente non sarà per niente facile, ma è un allenamento ottimo che darà i suoi frutti al telescopio. Durante le ore di buio, o internamente ad una stanza in penombra, facciamo lo stesso discorso di centrare un punto per osservare in distolta un oggetto. Ci accorgeremo che l’oggetto sarà più visibile così che in visione diretta. Questo perché i bastoncelli della periferia dell’occhio sono più sensibili agli oggetti debolmente illuminati. Alleniamoci ad percepire particolari e a tener concentrato il cervello sull’oggetto in distolta. Questa situazione sarà simile a quello che ci si presenterà all’oculare del telescopio: un oggetto debole in un campo buio o debolmente illuminato.
Tranne che per le Nebulose Planetarie più deboli, conviene alternare le due tipologie di Visioni.
Che la vista distolta permetta di osservare più particolari deboli non vuol dire che la vista diretta mostri meno dettagli. Le due visioni mostrano cose diverse.
Non è sempre così, ci sono oggetti che in visione diretta sono invisibili e poi appaiono magicamente in visione distolta.
Non esiste un tempo minimo da passare al telescopio per osservare un oggetto. Ognuno troverà la sua situazione migliore. L’importante è non passarci troppo poco tempo e ne passarci troppo tempo. Se ci rimaniamo poco è possibile che ci siamo preclusi dettagli più deboli, se ci rimaniamo troppo tempo rischiamo di stancare l’occhio e di regredire la qualità della visione.
Tanti fattori possono interferire sulla qualità dell’osservazione:
Primo oggetto della serata? L’occhio-cervello potrebbe non essere ancora adattato alla visione telescopica. Ultimo oggetto della serata? L’occhio-cervello potrebbe essere stufo e stanco… Cerco sempre di dare un equilibrio al programma osservativo della serata, comincio con oggetti facili, passo poi ad oggetti un poco più impegnativi, nella metà della sessione osservativa passo agli oggetti difficili (l’occhio sarà allenato ma non ancora stanco) e verso la fine della sessione riprendo oggetti facili.
DESCRIVERE
Per descrivere la nebulosa planetaria cerco di sintetizzare questi aspetti:-Forma
-Colore
-Contorni
-Tipologia
-Reazione ai diversi Filtri
-Descrizione generale
Perché descrivere? Prima di tutto per tenere nota dell’osservazione e tenere memoria di ciò che si è osservato nonché per condividere con gli altri la propria osservazione.
UNA OSSERVAZIONE NON CONDIVISA EQUIVALE A NON AVERLA FATTA sotto di un piano scientifico naturalmente e non toglie nulla al piacere personale, ma la condivisione delle osservazioni sta alla base dello sviluppo dell’astronomia e di quello personale, se ho fatto degli errori o preso degli abbagli come posso correggermi e migliorare se non lo condivido con altri che potranno aiutarmi?
Torniamo al discorso Descrizione…
Descrivere un oggetto, mettere su carta la descrizione vuol dire costringere il cervello ad analizzare ciò che si vede. Il cervello non è più un osservatore passivo. Costringendosi a descrivere ed a analizzare significa soprattutto costringere il cervello a “vedere di più”.
Per descrivere l’oggetto mi avvalgo dei punti cardinali. Per esempio “…la nebulosa presenta una luminosità più accentuata in direzione NE…”, “…l’oggetto presenta una forma ovale allungandosi in direzione N e S…” e così via.
DISEGNARE
Se ho tempo e le condizioni lo permettono, concludo l’osservazione con un disegno dell’oggetto. Parto con il campo stellare, disegnato non utilizzando i filtri che farebbero sparire le stelle di fondo. Procedo per gradi con matita, sfumino e dita per abbozzare la forma generale e scendere via via nei particolari.CONCLUSIONE
Molte delle modalità che ho descritto vanno bene,e le uso, per generalmente tutti gli oggetti di Profondo Cielo. Spero che queste due righe possano essere di aiuto ad altri astrofili e spero che altri astrofili aiutino me a migliorare. Ma la vera conclusione è che se sto scrivendo sta roba è perché…non sto sotto le stelle ad osservare!!!!!!! Grrrr…..ma Sabato è vicino..speriamo bene..
Cieli Sereni!
Nessun commento:
Posta un commento