Come per tutte le cose che mi piacevano, anche l’astronomia non faceva eccezione: Rompevo le scatole continuamente a tutti i membri della mia famiglia.
Un pomeriggio ,credo facessi la seconda o terza media, accompagnai mio padre in un negozio di elettrodomestici vari, doveva comprare dei pezzi per la sua macchina fotografica.
Io gironzolavo qua e là finche lo vedo che chiacchiera con un commesso ed indica uno scaffale in alto. Seguo con lo sguardo e vedo che indicava una scatola impolverata in un angolo dello scaffale.
La scatola era costellata di stelline…. Il commesso lo tira giù..era un rifrattore 60/700 della Konus. ODDIO!!!!! Papà mi stava comprando un telescopio!
Neanche parlavo, chissà che espressione dovevo avere sul volto. Ricordo solo che Papà rideva e io ho fatto tutto il viaggio di ritorno a casa con in braccio stretto questo scatolone. Beato l’inverno!
Erano le 17.00 ma già era buio, non vedevo l’ora di salire. Papà prese l’ascensore…io mi feci otto piani a piedi in 10 secondi…un record.
Arrivato a casa polverizzo la confezione, chiamo tutta la famiglia a rapporto! Avevo il Telescopio!!! Lo ammiro, lo accarezzo, me lo studio e rigiro in tutte le sue parti. Mio padre voleva aiutarmi a montarlo ma io tipo Pittbull tenevo a distanza chiunque.
Volevo uscire subito a guardare il cielo ma per mia madre non c’erano santi a cui rivolgermi..prima dovevo cenare e ripulire il macello che avevo creato…ci si può stare..
Dopo aver stabilito il mio secondo record della giornata per la cena più veloce della storia, esco sul balcone. Li c’era la Luna ad aspettarmi. Monto il mio primo oculare, uno Hyugens da 20mm, e rimango a bocca aperta. Non scorderò mai la prima luce del mio primo telescopio.
La luna era al primo quarto. Quelle ombre, quei crateri. Ero emozionato, felice eccitatissimo.
Chiamavo tutti in casa ad uscire a guardare ma appena qualcuno metteva l’occhio sul telescopio io ero già alle spalle che sgambettavo:”Hai fatto??Adesso Basta!! Tocca a me!!
Le sere successive puntavo ogni singola stella che mi capitava nel campo visivo…Roma..erano pochine però. Mi emozionavo nell’osservare stelle singole, stelle doppie e la mia amata Luna.
Una sera punto il telescopio su di una stella che era molto più luminosa delle altre. Con un basso ingrandimento era un disco giallo luminosissimo con tanti puntini più piccoli allineati al suo equatore.
Sono rimasto un’ora a guardarlo, non mi staccavo più. Senza volerlo applicai quei piccoli accorgimenti che imparai un anno dopo tramite una libro sulle osservazioni planetarie. Dopo un oretta di osservazione contemplativa di quella bellissima “stella” mi rendo conto di scorgere sul disco dei piccoli particolari sfuggenti, vedevo come delle bande orizzontali di tonalità diversa….ci arrivo finalmente…stavo osservando Giove. Quei puntini allineati erano i suoi satelliti. E’ stato un colpo al cuore rendermi conto di star a rimirare un pianeta. Passai il resto della serata su Giove, chiamavo ogni tanto i miei a guardare, compiaciuto del fatto che a dei poveri mortali, IO, stavo facendo vedere Giove.
Penso di essere stato abbastanza fortunato nel non avere tantissima documentazione di tecniche pratiche con me in quei miei primi tempi di astronomia, questo mi ha permesso di imparare tanto le tecniche tanto il cielo direttamente sul campo.
Mi stavo imparando osservazione dopo osservazione a tener nota dei punti nel cielo ed orari in cui sorgevano Giove e Luna, oltre alle stelle più luminose. Questo bagaglio mi fece notare un intruso in una tarda notte di qualche osservazione successiva. Era tardi ma essendo sabato sera mi ero prolungato nelle osservazioni. Stavo per andarmene a dormire quando dall’estremo del palazzo spunta una stella molto luminosa che non riuscivo a riconoscere. Ricordo le acrobazie per posizionare il telescopio più in là possibile sul balcone, riesco comunque a centrare quell’oggetto nel cercatore. Vedo una stella molto luminosa, ma la sua luce si proietta più orizzontalmente che circolarmente come le altre stelle. In quel momento mi arriva un’illuminazione e tutto speranzoso di aver ragione aspetto trepitante una quindicina di minuti che l’oggetto si sposti in una zona del cielo più facile da raggiungere. Finalmente riesco a puntarci bene il telescopio, e conosco subito un nuovo carissimo amico di tante serate. Emozionante, non saprei descrivere diversamente la sensazione di guardare Saturno per la prima volta. Trattenni il fiato nel guardare questo gioiello verdognolo che si stagliava sul fondo scuro del cielo. L’anello è uno dei più bei ricordi della mia esperienza osservativa. Ho continuato a osservare il cielo con il mio buon 60/700 come compagno di tante serate, coinvolgendo parenti e anche un amico che si stava appassionando all’astronomia. Cominciai a comprare libri sull’argomento e le riviste che uscivano in edicola. Ampliavo la mia conoscenza del cielo e degli oggetti che guardavo nonché delle tecniche che avrei dovuto mettere in pratica per migliorare.
Con questo telescopio ho passato bellissime serate con il mio amico d'infanzia Michele. Osservavamo tutto! Quando eravamo insieme ce ne fregavamo delle nozioni scientifiche o dei programmi, puntavamo tutto, anche campi che a vista erano sgombri da stelle, sperando che poi mettendo occhio all'oculare avremmo visto qualcosa! Puntata una stella qualsiasi urlavamo al suo splendore e ci davamo spallate per poter vedere nel telescopio. Ho passato innumerevoli stupende serate in compagnia di due amici: Michele ed il Telescopio.
bellissimo racconto , tante emozioni
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